Confartigianato, a Pmi energia costa 11,8 miliardi in più di Ue
Granelli: 'Urgente intervenire su più fronti'
Nel 2023 le Pmi italiane hanno pagato l'elettricità il 9,9% in più rispetto alla media Ue, per un totale nel biennio 2022-2023 di 11,8 miliardi di maggiori costi rispetto ai competitor europei. E' quanto rileva un'analisi di Confartigianato presentata in occasione della 20/esima edizione della 'Energies and Transition Confartigianato High School', che si chiude oggi a Chia (Cagliari). La bolletta elettrica delle aziende italiane si conferma tra le più costose d'Europa: stando al rapporto, con un prezzo netto medio di 28,44 centesimi/euro per kWh, l'Italia è al quinto posto tra i Paesi dell'Unione economica e monetaria (Uem). Gli italiani pagano il 10,1% in più rispetto alla Francia, il 13,4% in più della Germania e il 44,4% in più rispetto alla Spagna. Secondo il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, l'analisi "mostra l'urgenza di interventi di politica energetica su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostegno convinto delle rinnovabili e delle azioni per l'efficientamento e la riqualificazione energetici degli edifici". "Confidiamo - prosegue - che gli impegni del governo per la decarbonizzazione del sistema energetico contenuti nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), trovino presto attuazione anche per incentivare lo sviluppo dell'idrogeno come vettore energetico strategico. Senza trascurare la ricerca sul 'nucleare pulito', puntando sulle opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche introdotte con i reattori di nuova generazione".
H.Rathmann--HHA