Un 'clandestino' nella parata di asteroidi la settimana scorsa
Il primo grande asteroide ne nascondeva uno più piccolo
Scovato un 'clandestino' nella parata di asteroidi che la settimana scorsa ha salutato la Terra: il grande asteroide 2011 UL21, che ha aperto la sfilata giovedì 27 giugno, nascondeva infatti un asteroide più piccolo, una sorta di luna che gli orbita attorno a una distanza di circa tre chilometri. Lo dimostrano le osservazioni fatte con il radar Goldstone del Deep Space Network della Nasa, che nell'arco di poche ore ha permesso di tracciare identikit molto precisi di questi sassi cosmici. L'asteroide 2011 UL21, che è sfrecciato a una distanza di 6,6 milioni di chilometri dalla Terra (circa 17 volte la distanza Terra-Luna), è risultato essere approssimativamente sferico e largo 1,5 chilometri. Questo passaggio ravvicinato è stato il primo che lo ha portato a passare abbastanza vicino da essere osservato in dettaglio con il radar e il risultato è stato sorprendente. Quello che si pensava essere un singolo asteroide si è infatti rivelato essere un sistema binario, composto da un asteroide maggiore e uno minore. "Si ritiene che circa due terzi degli asteroidi di queste dimensioni siano sistemi binari, e la loro scoperta è particolarmente importante perché possiamo usare le misurazioni delle posizioni relative dei due corpi per stimare le loro orbite, masse e densità, che forniscono informazioni chiave su come potrebbero essersi formati", spiega Lance Benner del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Lo stesso team di ricerca ha condotto osservazioni radar anche per l'altro asteroide, 2024 MK, che il 29 giugno è passato a 295.000 chilometri dalla Terra (ovvero il 75% della distanza Terra-Luna). Largo circa 150 metri, l'asteroide appare allungato e spigoloso, con regioni prominenti piatte e arrotondate. Sulla sua superficie sono state individuate concavità, creste e massi larghi circa 10 metri. I passaggi ravvicinati di oggetti delle dimensioni di 2024 MK sono relativamente rari e si verificano in media ogni due decenni, quindi il team del Jpl ha cercato di sfruttare l'occasione raccogliendo quanti più dati possibili. "Questa è stata un'opportunità straordinaria per studiare le proprietà fisiche e ottenere immagini dettagliate di un asteroide vicino alla Terra", conclude Benner.
O.Zimmermann--HHA