Jerusalem Quartet, "Trenta anni insieme, una bella favola"
A 'Pietrasanta in concerto' le due date italiane del loro tour
(di Luciano Fioramonti) Nel 2026 festeggeranno i 30 anni di attività dal debutto ufficiale ma il traguardo è stato già raggiunto perchè hanno cominciato a suonare insieme nella stagione 1993-1994. Erano poco più che adolescenti i musicisti del Jerusalem Quartet quando il direttore del Music Center della città li scelse per costituire il gruppo d' archi considerato oggi tra i più prestigiosi della scena internazionale. "La nostra è una bella favola - dice all' ANSA Kyril Zlotikov, il violoncellista, al termine del secondo concerto che li ha visti protagonisti di 'Pietrasanta in Concerto ' nelle due sole date italiane del loro tour -. Molti gruppi cambiano spesso membri, noi in tutto questo tempo abbiamo avuto un solo cambio dopo 16 anni con l' uscita di Amihai Grosz, divenuto prima viola dei Berliner Philharmoniker. Quando è cominciata la nostra avventura avevo 15 anni. E' diventata una seconda famiglia, con le cose buone, i problemi, le incomprensioni. Noi tre che suoniamo dall' inizio siamo praticamente fratelli, ci conosciamo troppo bene''. Nell' acustica perfetta del Chiostro di Sant' Agostino la formazione - completata da Alexander Pavlovski (primo violino), Sergei Bresler (secondo violino) e Ori Kam (viola) - ieri ha incantato il pubblico con una esecuzione magnifica del Quartetto d'archi op. 12 di Mendelssohn e, con il pianista Matan Porat, del Quintetto op. 81 di Dvorak. L' ensemble è tornato a Pietrasanta otto anni dopo il debutto nel Festival creato dal violinista Michael Guttman. ''Nel 2016 fu una visita brevissima, solo per il concerto. Questa volta abbiamo avuto più tempo per apprezzare l' atmosfera magica di questo luogo, il pubblico, l' arte, il cibo e il mare. Per noi musicisti da camera è sempre bello scoprire luoghi nuovi ma tornare dove ha già suonato diventa una bella abitudine''. L' identità israeliana espressa dal nome del gruppo li rende ambasciatori musicali del loro paese ma anche obiettivi di proteste politiche come quando nel 2010 un loro concerto venne interrotto a Londra da un gruppo di dimostranti. La stessa sala ha annullato il loro spettacolo nel dicembre 2023 e nel maggio scorso anche il Concertbouw di Amsterdam ha cancellato due loro concerti dopo l' annuncio di proteste antisraeliane. Esibirsi oggi, dunque, mentre Israele è in guerra con Hamas dopo il massacro del 7 ottobre e la vicenda degli ostaggi, non deve essere facile. ''Parlo per me, non esprimo posizione del quartetto perchè ognuno ha la propria opinione in proposito - precisa Zlotikov -. Naturalmente noi sosteniamo il nostro paese e il nostro popolo. Come ci si può sentire andando in giro per il mondo a suonare mentre nel tuo paese la gente può morire solo perchè è ebrea? Ovviamente male''. Non si intravede la fine del conflitto, si limita ad osservare, perchè lo scontro riguarda due mondi completamente diversi. ''In vari paesi europei si cerca di convincere Israele su cosa dovrebbe fare senza capire che le mentalità di due popoli che vivono nello stesso pezzo di terra sono diversissime così come le priorità della vita e i valori''. Il Quartetto Jerusalem si esibisce nelle principali sale da concerto internazionali e ha collezionato premi e riconoscimenti per le registrazioni dedicate a Haydn, Schubert, Bartok, Il leader del gruppo Alexander Pavloski, ucraino di Kiev, è emigrato i con la famiglia in Israele nel 1991, così come il secondo violino Sergei Bresler. Kiril Zlotnikov, bielorusso di Minsk, ha cominciato gli studi nel suo paese e li ha completati in Israele. Ori Kam è nato a La Jolla (California) da genitori israeliani ed è cresciuto in Israele. I quattro musicisti, impegnati anche singolarmente in esibizioni con orchestre e solisti prestigiosi, torneranno in Italia all' inizio del 2025. A primavera saranno in Germania Belgio, Olanda, Israele, e in un lungo tour coast-to-coast negli Stati Uniti. L' anno si chiuderà con una tournée in Asia che toccherà Sapporo, Seoul, Shanghai e Shenzen.
H.Brunner--HHA